Libri divertenti sul lavoro: i fantastici 9

Libri divertenti sul lavoro, The Office e Dilbert.

Il lavoro è una parte importante della vita di ognuno di noi, ma non sempre è facile trovare la motivazione per affrontare la routine quotidiana. Le giornate possono essere stressanti e faticose, il capo a volte impazza e tiranneggia, i colleghi spettegolano e non sempre si trova il modo di alleggerire la tensione o di appellarsi a una resilienza che è già stata messa a dura prova.

Fortunatamente esiste una vasta scelta di libri divertenti sul lavoro che possono aiutare a sdrammatizzare le situazioni più stressanti e ad allontanare da noi l’enorme catastrofe che spesso sembra incombere. Se anche la lettura non riuscisse a farci affrontare la giornata con un sorriso sulle labbra, un buon libro è sempre il miglior alleato della propria autostima.  Sia che si tratti di un tragicomico Fantozzi o di un dissacrante fumetto di Scott Adams, i libri divertenti sul lavoro ci permettono di prendere una pausa dallo stress quotidiano e di riconsiderare da una certa distanza le situazioni che viviamo ogni giorno.

Libri divertenti sul lavoro: 6 titoli interessanti

Molti autori hanno saputo cogliere l’ironia e la comicità del mondo del lavoro, creando storie che ci fanno riflettere e ridere allo stesso tempo. Dai racconti di situazioni paradossali alle parodie di manager autoritari, ci sono libri per ogni gusto e per ogni tipo di lavoro. Scegliendo titoli diversi tra loro, ecco 6 esempi interessanti di libri divertenti sul lavoro (ne seguiranno altri, nel prossimo paragrafo)

  • Un maledetto lavoro di Manuel Righele (sebbene il mio libro rientri tra i libri fantasy per adulti ha questa peculiarità di ambientare a Quelpa, nel Sincroverso, un’avventura dal tono satirico che prende di mira i tratti distintivi del lavoro in Italia), StreetLib 2022 (Amazon)
  • Fantozzi di Paolo Villaggio, Rizzoli, 2017 – Un classico che non ha bisogno di presentazioni viste anche le fortunate trasposizioni cinematografiche.
  • Il mondo deve sapere di Michela Murgia, Einaudi 2020 (Amazon) – L’esordio narrativo in cui Michela Murgia racconta in modo ironico ed amaro la sua esperienza in un call center.
  • Capi, colleghi, carriere di Marco Morelli, Gribaudo 2020 (Amazon) – Senza cadere nei soliti cliché, Marco Morelli dipinge con tratti netti e tipologici le figure che si possono incontrare nel mondo del lavoro; dispensa suggerimenti e qualche buon consiglio sia per le nuove leve che per quanti, nonostante l’età non più giovane, ancora si chiedono quali assurde dinamiche aziendali sono costretti a subire. Naturalmente lo fa con ironia.
  • Il principio di Dilbert – Manuale di autodifesa da manager, consulenti, budget, riunioni e altri flagelli aziendali di Scott Adams, Garzanti 1997 (Amazon) – Un singolare e spassosissimo fumento, pieno d’acume che approfondiremo nel seguito di questo articolo.
  • The Office: The Untold Story of the Greatest Sitcom of the 2000s di Andy Green, Dutton 2020 (Amazon). Il prossimo paragrafo parla di questo beyond the scenes.

The Office: The Untold Story of the Greatest Sitcom of the 2000s di Andy Green, Dutton 2020 di Andy Green

A guardar bene, The Office, di Andy Greene è un’analisi approfondita dell’omonima serie televisiva con Steve Carrell, John Krasinski, Nancy Walls e Jenna Fischer. La serie, scritta da quell’iconoclasta di Ricky Gervais con l’aiuto di Stephen Merchant, è andata in onda dal 2005 al 2013, è arrivata alla nona stagione e, dal 2021, è interamente disponibile su Netflix.  Ha avuto un enorme successo sia negli Stati Uniti che in Italia e si è aggiudicata diversi premi (Peabody Awards nel 2006, un Golden Globe a Steve Carell, cinque Primetime Emmy Awards, solo pe citarne alcuni).

Libri divertenti sul lavoro: Andy Greene, The Office: The Untold Story of the Greatest Sitcom of the 2000s: An Oral History, pp. 464, Dutton 2020

Il libro di Andy Greene racconta il dietro le quinte e la storia nella storia fin dalle origini alla BBC. Greene si sofferma sui personaggi e sulle situazioni più divertenti e fornisce un’analisi approfondita del motivo per cui lo show è stato così popolare. Corredato con ricerche approfondite e interviste esclusive, il libro è esilarante, commovente, rivelatore e offre ai fan e agli appassionati di cultura pop un posto in prima fila per la fenomenale sequenza di eventi che hanno lanciato The Office in una popolarità sfrenata, cambiando il volto della televisione (con una sola steadicam e niente pubblico in studio) e il modo in cui tutti noi vediamo la nostra vita in ufficio.

Il principio di Dilbert di Scott Adams

Il principio di Dilbert di Scott Adams è, invece, una raccolta di strisce umoristiche sul lavoro. Pubblicato nel 1996, continua a essere molto popolare e apprezzato da tutte le generazioni. Adams è un disegnatore di fumetti e ha creato il personaggio di Dilbert: un dipendente di un’azienda che è costantemente frustrato per le sue condizioni di lavoro.

Libri divertenti sul lavoro: Scott Adams, Il principio di Dilbert: Manuale di autodifesa da manager, consulenti, budget, riunioni e altri flagelli aziendali, pp. 321, Garzanti, 1997, EAN: 9788811738602

Il principio di Dilbert, a cui si accenna nel titolo, è una teoria secondo cui le aziende tendono a promuovere le persone meno competenti alle posizioni di maggior autorità, creando così una gerarchia di incompetenti al vertice dell’organizzazione. Questo fenomeno è spesso indicato come «la promozione dei deficienti».

Adams sostiene che questo accade perché le persone competenti vengono ritenute troppo preziose e quindi vengono trattenute in posizioni meno importanti, mentre le persone meno competenti vengono promosse in modo da non rappresentare una minaccia per coloro che sono già in posizioni di autorità. Il risultato finale è che le persone che gestiscono le aziende sono spesso le meno qualificate per farlo.

Il libro esplora questo tema attraverso una serie di vignette comiche, offrendo un’analisi ironica della vita aziendale moderna e delle sue inefficienze.

Il principio di Peter e il principio di Dilbert

Il principio di Dilbert, scritto dal creatore del fumetto Dilbert, Scott Adams, è un libro umoristico che gioca sul concetto del principio di Peter. Il libro sostiene che le persone meno competenti vengono promosse a ruoli di leadership in modo da non poter causare troppi problemi nella posizione in cui si trovano attualmente. Il libro si concentra anche sulla burocrazia aziendale, l’ufficialità e l’assurdità della vita d’ufficio.

Il principio di Peter, invece, è un concetto formulato dal ricercatore canadese Laurence J. Peter, secondo cui “in un contesto gerarchico, ogni impiegato tende a essere promosso fino al suo livello di incompetenza”. In altre parole, una persona brava in un certo lavoro viene promossa fino a quando raggiunge un livello in cui non è più in grado di gestire le sue responsabilità e diventa quindi incompetente.

I corollari del principio di Peter includono idee come “il lavoro si espande per riempire il tempo disponibile”, “i subordinati cercano di plasmare la personalità dei loro superiori” e “i buoni gestori evitano di assumere dipendenti più abili di loro stessi”. Questi corollari enfatizzano la tendenza delle organizzazioni gerarchiche a diventare inefficaci, inefficienti e a favorire la mediocrità.

Altri due bestsellers da annoverare tra i libri divertenti sul lavoro

Ci sono altri libri divertenti sul lavoro disponibili sul mercato, che coprono una vasta gamma di professioni e ambienti lavorativi. Ad esempio, ci sono libri divertenti sul lavoro in ufficio, libri divertenti sul lavoro dei medici, libri divertenti sul lavoro dei professori e così via. Questi libri sono scritti da autori che conoscono bene i loro ambienti di lavoro e sono in grado di cogliere gli aspetti più comici della vita professionale.

Prima di chiudere, quindi, vorrei vergare altri due titoli.

Un tiolo interessante è Bossypants di Tina Fey (Amazon). Fey è una famosa comica e scrittrice americana che ha lavorato come sceneggiatrice e interprete del Saturday Night Live. In questo libro, Fey racconta la sua esperienza di lavoro come sceneggiatrice e attrice, offrendo una prospettiva divertente e unica sul mondo dello spettacolo. Il libro è divertente e intelligente, ed è perfetto per coloro che cercano una risata in più durante la loro routine lavorativa.

Un altro libro che potrebbe interessare è The Joy of Work: 30 Ways to Fix Your Work Culture and Fall in Love with Your Job Again di Bruce Daisley (Amazon). Daisley è un esperto di media sociali ed è stato uno dei dirigenti di Twitter nel Regno Unito. In questo libro, Daisley offre consigli su come migliorare la nostra esperienza lavorativa e rendere il lavoro più divertente. Il libro è divertente e ispirante, e fornisce una prospettiva fresca sul mondo del lavoro.

Un libro interessante da tenere insieme ai libri divertenti sul lavoro

Nel suo libro Il lavoro nel XXI Secolo, edito da Einaudi nel 2018, il sociologo Domenico De Masi propone in modo originale l’idea che, dalla seconda metà del Novecento, sia emerso un nuovo genere di lavoratore. Per effetto dell’accesso collettivo agli strumenti di comunicazione di massa (il web e i social network), dell’aumento della scolarizzazione, della concentrazione in organizzazioni e istituzioni multinazionali, sull’onda lunga della globalizzazione, si è prodotto un nuovo tipo di società, basata sulla produzione di informazioni, simboli, valori estetici e sui servizi che servono ad alimentarli. Come si legge sul sito dell’editore, «(…) Con il concetto di «ozio creativo», sintesi di lavoro, gioco e studio, De Masi apre una via inedita per comprendere come cambierà il lavoro nel nostro futuro».

Perché, dunque, leggere libri divertenti sul lavoro?

L’umorismo può aiutare a ridurre lo stress e la tensione accumulati durante la giornata. Inoltre, leggere storie comiche sul lavoro può aiutarci a identificarci con i personaggi e a trovare nuove prospettive sulle situazioni che viviamo quotidianamente.

Oltre a ciò, i libri divertenti sul lavoro possono anche aiutarci a migliorare la nostra capacità di comunicazione e di relazione con i colleghi. Infatti, l’umorismo può aiutare a rendere più disteso l’ambiente di lavoro e a migliorare la cooperazione tra i membri del team. Il miglioramento delle competenze sociali è dell’empatia è, di per sé, un beneficio della lettura in genere, come ho già scritto nell’articolo Perché leggere i libri, per questo leggendo i testi consigliati in questo articolo si prendono due piccioni con una fava.

In sintesi, i libri divertenti sul lavoro sono un’ottima scelta per chi cerca di ridere delle situazioni quotidiane e di trovare nuovi modi di affrontare la routine lavorativa. Con la giusta dose di ironia e di saggezza, questi libri possono diventare veri e propri strumenti di crescita personale e professionale.

Quindi, se siete alla ricerca di una pausa dalla routine, non esitate a cercare tra i tanti libri divertenti sul lavoro, disponibili e a concedervi qualche ora di svago e di buonumore. Se quelli che vi ho segnalato non vi avessero incuriosito, il consiglio è quello di cercare in libreria. Per gli impazienti, Google è sempre un buon alleato. Ecco alcune parole chiave da tenere a mente durante la ricerca online: “umorismo sul lavoro”, “libri divertenti sul lavoro”, “commedia professionale”, “ridere del lavoro” e “ridere delle situazioni lavorative” sono tutte parole chiave che possono aiutare a trovare i libri giusti per voi.

La letteratura umoristica: 5 libri da leggere

Perché leggere i libri

La letteratura umoristica rappresenta un’importante forma godibile di apprendimento. Grazie all’umorismo, infatti, è possibile affrontare temi complessi e seriosi, espressi in modo arguto e coinvolgente. In questo articolo vedremo alcune iniziali differenze tra comico e umoristico, parleremo di uno studio dell’Università della California Berkeley che parla dei benefici della lettura di opere umoristiche, proporremo cinque autori umoristici da cui iniziare a familiarizzare con la letteratura umoristica.

La letteratura umoristica come strumento di comprensione e svago

La letteratura umoristica è spesso considerata come un genere leggero, poco impegnato e destinato agli sciocchi o a chi cerca svago, ma ci sono molte ragioni per cui la lettura di libri divertenti e ironici può essere un’esperienza altamente istruttiva, impegnata e persino salutare.

È dunque utile, innanzitutto, introdurre una distinzione tra umorismo e comicità. Per farlo ci viene in aiuto Luigi Pirandello, che nel 1908 diede alle stampe un breve saggio intitolato L’umorismo. Secondo il drammaturgo di Agrigento siamo in presenza del comico quando avvertiamo il contrasto tra ciò che appare in superficie e la realtà sottostante; quando, invece, a questa prima impressione si accompagna una riflessione che mette a nudo il motivo delle azioni, quando si è mossi da compassione e comprensione, allora entriamo nel campo dell’umoristico. Per il comico possiamo parlare di un avvertimento del contrario nel caso dell’umorismo, invece, si ha un sentimento del contrario. Più che una vera distinzione, tra comico e umoristico sembra esserci una variazione d’intensità.

A ben indagare le sfumature sono molte e potremmo sostenere che c’è differenza anche tra satira e comicità, tra satira e umorismo, in quanto la satira agisce con intento morale, servendosi raramente di toni pacati e di sottile ironia, ma prediligendo registri mordaci, dal sarcasmo all’invettiva, dallo scherno al gergo grottesco, con l’intento di mettere a nudo gli atteggiamenti deprecabili degli uomini e della società.

Ad ogni modo, in questo articolo esploreremo i molteplici vantaggi della letteratura umoristica e vedremo cinque scrittori umoristici da cui si può iniziare ad esplorare la vasta produzione letteraria.

Perché fa bene la letteratura umoristica: uno studio dell’Università della California Berkeley

Nel 2012, sulla rivista Journal of Teaching and Learning in Medicine è stato pubblicato uno studio condotto dalla University of California, Berkeley, intitolato The power of laughter: Using humorous fiction to enhance affective teaching. Gli autori Eileen S. Callahan, Sharon T. Homan e William J. Fang. sostenevano che la letteratura umoristica può essere un’importante risorsa per la comprensione del mondo. I ricercatori, infatti, hanno dimostrato che la lettura di opere umoristiche aiuta le persone a sviluppare una maggiore consapevolezza sociale, permettendo loro di analizzare meglio il comportamento umano e di sviluppare una prospettiva diversa sulla vita, utile per affrontare le difficoltà in modo più efficace.

Secondo lo studio la letteratura umoristica ha diversi benefici:

Riduce lo stress e migliora l’umore
Si è dimostrato che la lettura di libri umoristici è un modo efficace per ridurre lo stress e migliorare l’umore. Il divertimento e il piacere derivanti dalla lettura di battute e situazioni comiche possono aiutare a relativizzare le preoccupazioni quotidiane e rilassare il corpo e la mente.

Migliora le relazioni
La condivisione di battute e citazioni divertenti con amici e familiari può migliorare le nostre relazioni sociali e renderci più socievoli. Inoltre, il riconoscimento di umorismo in comune può rafforzare le relazioni già esistenti.

Stimola la mente
La lettura di libri di umorismo può stimolare la mente e migliorare la memoria a breve termine. Ciò è particolarmente utile per gli anziani, poiché può aiutare a mantenere la mente attiva e prevenire la demenza.

Incrementa la creatività e la fantasia
La letteratura umoristica spesso presenta situazioni bizzarre e personaggi eccentrici, che possono stimolare la creatività e la fantasia del lettore. Le storie che combinano elementi fantastici e surreali possono anche aiutare a sviluppare la capacità di pensare fuori dagli schemi e di trovare soluzioni creative ai problemi.

Aumenta la conoscenza del mondo
Molti autori di letteratura umoristica si concentrano sulla satira e sulla critica sociale, offrendo una prospettiva unica sulla vita moderna e sui suoi problemi. La lettura di libri umoristici può quindi aiutare i lettori a comprendere meglio le complessità della società e ad apprezzare gli aspetti più ridicoli e paradossali della vita.

Alcuni di questi benefici derivano dalla lettura in sé, come ho già avuto modo di scrivere nell’articolo Perché leggere i libri. Gli studi scientifici che confermano i benefici della lettura. Dall’articolo è anche possibile scaricare gli studi citati. In sintesi, la letteratura umoristica non è solo un modo per ridere, ma può anche migliorare lo stato di benessere, le relazioni sociali, la comprensione del mondo, la capacità di risolvere problemi e la creatività. Trovare la giusta lettura, lo stile più in sintonia con il nostro sense of humour o il giusto autore non è semplice, ma cercarlo può essere un processo divertente e gratificante in sé. Naturalmente si può iniziare con i 100 libri divertenti che ho selezionato.

5 Autori e 5 libri di letteratura umoristica da leggere

Lo scopo di questo articolo non è dare una panoramica esaustiva della letteratura umoristica – che per inciso non è nemmeno lo scopo di questo sito – ma offrire un primo approdo per chi intenda avventurarsi in un mare magnum solcato da proposte molto diverse tra loro. Viziati da parzialità, pregiudizi e gusti personali, i miei consigli di lettura annoverano opere come Le Metamorfosi di Apuleio, Manuale del boia di Charles Duff, Anime morte di Gogol’, Lamento di Portnoy di Philip Roth e Il tristo mietitore di Terry Pratchett. Sono opere che per taluni aspetti o per altri, meritano di entrare nell’alveo della letteratura (anche se di genere). Il mio inventario non contempla autori comici (o solo qualche eccezione, come ad esempio Woody Allen). Abbiamo dedicato ampio spazio agli autori di libri divertenti come Charles Duff. Ciò premesso, ecco alcuni autori, diversi per periodo storico, genere e stile, da cui si potrebbe muovere i primi passi nella letteratura umoristica.

Milan Kundera – L’immortalità

Kundera non è noto principalmente per la sua scrittura umoristica, ma il suo romanzo L’immortalità è un’eccezione. Il libro esplora la vita di un gruppo di personaggi che si intrecciano in modo strano e sorprendente, con un umorismo sottile e una profondità che solo Kundera può offrire.

David Sedaris – Me parlare bello un giorno

Sedaris è un autore americano di raccolte di saggi umoristici, famoso per il suo stile di scrittura acuto e ironico. Me parlare bello un giorno è una delle sue opere più famose, dove racconta le sue esperienze come studente di francese a Parigi e della sua famiglia in Carolina del Nord.

P.G. Wodehouse – La serie di Jeeves e Wooster

Wodehouse è noto per la sua serie di romanzi comici che ruotano intorno al personaggio di Jeeves, un maggiordomo geniale, e il suo datore di lavoro eccentrico, Wooster. Le storie di Wodehouse sono state descritte come un’esplosione di gioia, con personaggi stravaganti e situazioni comiche che non smettono mai di divertire.

Douglas Adams – Guida galattica per autostoppisti

Adams ha creato per il genere della fantascienza un universo divertente e bizzarro con la sua serie di Guida galattica per autostoppisti, che ha ispirato generazioni di lettori. Le sue storie offrono un’esperienza di lettura unica che è sia esilarante che profonda, e i suoi personaggi sono diventati icone della cultura popolare.

Terry Pratchett – la serie del Mondo Disco

La serie fantasy del Mondo Disco di Pratchett è un capolavoro dell’umorismo e della fantasia, che esplora temi profondi come la religione, la politica e la morte in un modo divertente e stimolante. I suoi personaggi eccentrici e il suo mondo surreale catturano l’immaginazione del lettore, mentre la sua scrittura brillante lo rende uno dei grandi autori di letteratura umoristica di tutti i tempi.

Terry Pratchett: un azzardato parallelismo con Aristofane

Se Douglas Adams è noto per la sua satira pungente e la sua capacità di creare comicità attraverso l’assurdo e il paradossale, Terry Pratchett ha uno stile più sottile e raffinato, utilizza l’umorismo come strumento per indagare la natura umana e le sue contraddizioni e, con i dovuti distinguo, Pratchett potrebbe persino essere accostato ad Aristofane.

Il suo personaggio Morfeo del romanzo L’ultimo continente ha una vaga somiglianza con il Dioniso della commedia aristofanea Le Rane. Entrambi i personaggi sono legati al mondo del teatro e, in particolare, alla rappresentazione delle tragedie. Dioniso è il dio del teatro nella mitologia greca e, nella commedia, decide di scendere negli Inferi per riportare indietro il grande drammaturgo Euripide. Morfeo, invece, è il direttore di un teatro molto particolare che è in grado di rappresentare in modo realistico le scene drammatiche e di farle diventare realtà.

Un altro possibile parallelismo potrebbe essere tra il personaggio di Aristofane, Strepsiade, e quello di Terry Pratchett, Lord Vetinari. Entrambi i personaggi hanno un grande potere, ma lo usano in modo molto astuto e manipolatorio. Strepsiade è il padre di Pheidippide nella commedia Le nuvole e cerca di persuadere suo figlio a frequentare la scuola di filosofia per imparare a difendersi dalle accuse di debiti. Lord Vetinari, invece, è il tiranno di Ankh-Morpork nella serie del Mondo Disco e governa la città con una mano ferrea, ma allo stesso tempo con astuzia e intelligenza.

Infine, un’ultima possibile somiglianza potrebbe essere tra il personaggio di Aristofane, Trigeo, e quello di Terry Pratchett, Nanny Ogg. Entrambi i personaggi sono anziani, ma ancora pieni di energia e di un umorismo sottile. Trigeo è uno dei personaggi principali nella commedia Gli uccelli e aiuta gli altri personaggi a costruire una città nel cielo. Nanny Ogg, invece, è una strega nel Mondo Disco e fa parte di un trio di streghe che hanno un grande potere sulla campagna di Lancre. Entrambi i personaggi si distinguono per la loro saggezza, il loro umorismo e la loro capacità di gestire situazioni difficili.

Come trovare la letteratura umoristica giusta per te

Proditoriamente affiderei l’inizio di questo paragrafo al mio libro Un maledetto lavoro

La letteratura umoristica annovera anche opere fantasy. Un Maledetto lavoro di Manuel Righele è Ispirato a Terry Pratchett.
La letteratura umoristica forse non sentiva la necessità di un altro comic fantasy ispirato a Terry Pratchett, eppure non ho saputo resistere. Questo è il mio modesto contributo

La risposta meno maliziosa è invece questa.

La ricerca della letteratura umoristica ideale può risultare un compito arduo, data la vasta gamma di opzioni disponibili. Tuttavia, esistono alcune strategie utili per individuare i libri comici e i romanzi umoristici più adatti ai propri gusti e preferenze.

Chiedere consigli ad amici e familiari
La raccomandazione di amici e familiari può essere preziosa per individuare un primo nucleo di libri divertenti e gli autori di umorismo preferiti da altre persone. Questa strategia può rivelarsi particolarmente utile se si condivide lo stesso senso dell’umorismo con la persona che fornisce il consiglio e se, tra i nostri amici, c’è qualche appassionato o esperto di letteratura. Naturalmente non è detto che i loro suggerimenti debbano piacersi, ma è un punto di partenza.

Esplorare le sezioni di letteratura umoristica in libreria
Le librerie online offrono una vasta selezione di romanzi umoristici. Purtroppo vengono mescolati ai libri comici e può capitare che alcune opere umoristiche (si veda il già citato Pirandello) finiscano in altre categorie se appartengono alla letteratura classica o contemporanea. Meglio esplorare le sezioni di letteratura umoristica delle librerie fisiche e farsi consigliare dal libraio. Nondimeno, online esistono alcuni forum e gruppi di lettura dedicati alla letteratura umoristica, che possono fornire ulteriori consigli e suggerimenti per scoprire le opere comiche più divertenti.

Guardare agli “autori simili” nelle librerie online
Le classifiche dei libri più venduti non sono in genere d’aiuto per scovare gli esemplari di letteratura umoristica più apprezzati. Consultare i siti web dei grandi distributori di libri online, come Amazon, Feltrinelli/IBS o Mondadori, può però risultare utile quando si conoscono alcuni autori e si cerchino suggerimenti di “autori simili”. Oltre a trovare suggerimenti preziosi, se le proposte trovate sono popolari, si potranno consultare anche un discreto numero di recensioni. Le recensioni vanno sempre prese cum grano salis, ma lette attentamente offrono delle indicazioni.

Conclusioni

Indipendentemente dal metodo scelto, esistono numerose opzioni per trovare la letteratura umoristica giusta. La comicità nella letteratura può assumere molte forme diverse, dalla satira alla parodia letteraria, all’umorismo nero all’ironia. La scoperta di nuovi autori di umorismo e libri comici può rivelarsi una vera e propria sorpresa, offrendo una ventata di freschezza e divertimento alle proprie letture quotidiane.

In conclusione, la letteratura umoristica rappresenta un’importante risorsa per apprendere divertendosi. Grazie all’umorismo, infatti, è possibile affrontare anche i temi più complessi e seriosi in modo leggero e coinvolgente. Se sei alla ricerca di nuovi libri da leggere, il consiglio è quello di provare con la letteratura umoristica e di esplorare diverse fonti, come le liste dei libri più venduti, i consigli di amici e familiari e le sezioni di letteratura umoristica in libreria o online.

In particolare, se sei un appassionato di libri fantasy per adulti, il mio invito è quello di iniziare da Terry Pratchett, ma non posso esimermi dal suggerirti anche di dare un’occhiata al mio Un maledetto lavoro. Se invece sei alla ricerca di libri da leggere di umorismo e satira del momento, ti consigliamo di visitare la nostra pagina dedicata ai migliori libri di umorismo e satira contemporanea. Infine, se sei curioso di scoprire i libri divertenti e gli scrittori umoristici dell’antichità, ti invitiamo a consultare la nostra lista di libri divertenti e scrittori umoristici dell’antichità.

Perché leggere i libri? Gli studi scientifici che confermano i benefici della lettura

Perché leggere i libri

Introduzione

Perché leggere i libri. In un celebre incontro tenutosi all’Università di Bologna, in cui si alternavano come relatori Umberto Eco e Massimo Cacciari, il tema era più specifico, ci si chiedeva perché leggere i classici, e in estrema sintesi si sosteneva che un classico è un sopravvissuto, un libro che ha superato la prova del tempo. Secondo Italo Calvino, un classico sarebbe un testo inesauribile e in un suo intervento apparso il 28 giugno 1981 su L’Espresso, scrisse che «Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire», in sostanza presenta personaggi archetipici e un contenuto che ha superato i cambiamenti culturali, le morali e le epoche storiche, mantenendo viva la sua capacità di comunicare qualcosa di importante, non solo come testimonianza relativa al periodo storico di appartenenza, ma trascendendo i vincoli temporali e portando un messaggio in qualche modo universale ed eterno. Un libro che, inoltre, ha la forza di dirci sempre qualcosa di nuovo, di farci intuire qualcosa d’altro, ogni volta che lo si legge.

Perché leggere i libri, dunque? Per trovare risposte, direi, ma subito aggiungerei: per porsi nuove domande. D’altro canto, lettura, studio e scetticismo sono prospettive antiche, pietre miliari del pensiero che hanno caratterizzato Socrate e Cartesio, Guglielmo di Occam e Karl Popper.

Alcuni dati su quanto e come si legge in Italia

Lo scetticismo è di casa considerando che solo in Italia vengono pubblicati più di 80.000 nuovi titoli ogni anno (secondo il rapporto dell’ISTAT relativo al 2020, 82.719 opere librarie, mentre il rapporto del 2021 dell’AIE, Associazione Italiana Editori, stima che nel 2021 le sole novità pubblicate siano state oltre 85 mila, con una crescita del 15,6% sull’anno precedente, portando il catalogo di titoli a disposizione di lettrici e lettori a ben 1,3 milioni di titoli).

Sono tute opere di narrativa? Naturalmente no. In questi numeri sono contemplati anche i testi scolastici, i libri di ricette, i libri illustrati, le guide turistiche e ogni produzione editoriale che finisca su uno scaffale o in un’edicola digitale, perciò già da questa diversificazione s’intravede che un libro – in ogni suo formato, dalla copertina rigida all’audiolibro – è in sostanza un supporto per contenuti. Eppure – seguendo lo spunto del mai dimenticato Marshall McLuhan, «il mezzo è il messaggio», o, detto altrimenti, il modo e la forma con cui si accede a un contenuto, ne condizionano la ricezione. Quindi “leggere” su un libro “cartaceo” è diverso rispetto ad “ascoltare” una registrazione. Non è migliore o peggiore, semplicemente diverso. Leggere su carta – al di là dei nostalgici del fruscio e delle mende d’usura e dell’odore muffo e delle pagine ingiallite – genera alcune dinamiche, comportamenti e attiva funzioni cerebrali diverse: mi serve un luogo più o meno silenzioso, più o meno illuminato, ho un oggetto in mano, ho la libertà di immaginare aspetto e voce dei personaggi, decido il tempo, la durata, la frequenza con cui entro in contatto con il testo, anche le parole e la storia sono, in un certo senso, una mia libertà, in quanto l’intimità con il testo mi porta a riflettere, a confrontarmi con i personaggi, a slanciarmi in avanti per prevedere gli esiti della narrazione. Con un ebook non cambia molto, ha alcune prerogative interessanti per la possibilità di evidenziare, annotare e gli ebook reader possono archiviare moltissimi libri in un dispositivo che occupa meno spazio di un libro di 400 pagine. Però, per i nostalgici di cui sopra, una matita è sempre un’ottima compagna.

Ad ogni modo, mentre scrivo, siamo a fine marzo del 2023, leggo sul sito dell’AIE che, dal gennaio di quest’anno, sono stati venduti 16,3 milioni di copie. Le statistiche dicono anche che i lettori forti leggono di più rispetto a un anno fa e che sono per lo più donne dai 35 ai 54 anni.

I libri che gli italiani hanno acquistato di più nel 2022 secondo l’AIE sono stati di saggistica nella metà dei casi (Manualistica 17%, Saggistica generale 17%, Saggistica professionale 15%) il 19% sono stati libri di Narrativa straniera, il 13% di Narrativa italiana, il 12% libri per bambini e ragazzi e nel 7% dei casi si è trattato di fumetti.

Se poi andiamo a vedere i generi nel dettaglio, a farla da padroni sono

  • Romanzi d’amore, con quasi il 20% dei libri venduti; 1,4 milioni di copie di Romanzi d’amore stranieri,  0,4 milioni di Romanzi d’amore italiani e 0,1 milioni di romanzi Chick lit – che è un genere, mi si passi la licenza, tra il rosa e il post-femminista, spesso umoristico che annovera tra i libri di maggior successo Il diario di Bridget Jones di Helen Fielding o I Love Shopping di Sophie Kinsella.
  • Guide turistiche (0,9 milioni di copie)
  • Fumetti per bambini 10-13 anni (0,4 milioni di copie)
  • Quiz per il tempo libero (0,1 milioni di copie)

Se si andasse a vedere altri generi si scoprirebbe che, a parte i romanzi thriller, d’avventura (chi non conosce Ken Follet, John Grisham, Dan Brown, Tom Clancy, Clive Cussler, James Patterson e Wilburn Smith), e il giallo, anche i libri fantasy che vendono di più sono storie d’amore ambientate in mondi fantastici, destinate ad un pubblico di adolescenti per lo più femminile.

Da questi primi dati, emerge quindi l’ampiezza del problema e anche l’inadeguatezza di una domanda così generica quale perché leggere i libri?

Perché è importante leggere e quali sono i benefici della lettura?

Dunque perché leggere i libri? Fa bene leggere libri?

Dipende da come si legge, per quale scopo e, naturalmente, dipende da cosa si legge. Limitandoci a una suddivisione tra libri di saggistica e libri che appartengono a uno dei molti generi narrativi (gialli, romantici, thriller, storici, chick lit, ecc.), potremmo scioccamente stilare una tassonomia dei motivi, che potrebbero andare dall’apprendimento al desiderio di comprensione, dalla curiosità fino all’intrattenimento, dal desiderio di provare emozioni all’evasione.

È pleonastico dire che ogni lettrice e lettore ha le sue necessità, un suo percorso di maturazione, i suoi gusti, una personale relazione con il testo e la parola. Si avventura in una ricerca peculiare di combinazioni di elementi – a volte inconsapevole – nutre le proprie preferenze e antipatie per certi personaggi e certi stili e, magari, a volte, si arrocca in cliché e generi che ritiene rassicuranti o si azzarda ad esplorare il nuovo; forse ama la fatica o forse preferisce rilassarsi, studia i contenuti, il testo e persino il contesto oppure s’immerge nella storia per provare un brivido.

La lettura sembrerebbe dunque avere un paio di caratteristiche niente male: è un viaggio, ed è un viaggio che il viaggiatore crea, in cui crea un’identità, e in cui, al tempo stesso, può sempre essere colto di sorpresa e persino travolto. È un modo per fare esperienza del mondo in una situazione in cui le conseguenze possono essere meglio gestite (apparentemente).

Da un’inchiesta fatta tra amici è emerso che sulla scelta di un libro incidono fattori diversi. Semplificando un po’ tra libri di saggistica e libri di narrativa il quadro è il seguente.

Libri di saggistica: sui testi di saggistica incide molto l’interesse personale, il percorso di studi o professionale, e a volte delle crisi esistenziali (si va dalla geopolitica alla spiritualità, dalla storia economica alle neuroscienze, dalle lingue ai linguaggi informatici, ecc.). In quest’ambito, più la lettrice e il lettore hanno un’abitudine alla lettura, meno saranno influenzati dai libri reclamizzati in trasmissioni televisive. È verosimile che le autobiografie del politico di turno siano lette soprattutto da persone che leggono pochi libri all’anno. Lettrici e lettori forti, invece, basano le loro scelte sui personali interessi e non solo sui temi in agenda o il personaggio del momento.

Libri di narrativa: per quanto riguarda la narrativa, a guidare le scelte sono la notorietà dell’autrice o dell’autore, il genere, la copertina, i consigli e le recensioni, il risvolto di copertina e l’emulazione (quando un titolo diventa un fenomeno di massa, poi, c’è chi deve leggerne almeno il riassunto per non sentirsi escluso). In pratica a dettare cosa sia opportuno leggere o meno è il marketing editoriale.

Da qualunque lato la si guardi, sembra che i libri siano un modo per colmare un bisogno, uno strumento per acquisire conoscenze, rigenerarsi e pensare allo sviluppo personale. In un’epoca in cui la tecnologia domina il nostro modo di vivere e pensare, la lettura di un libro può rappresentare una vera e propria fuga dalla realtà e un’opportunità per imparare, riflettere e crescere.

La lettura è una delle attività più importanti che si possono svolgere nella vita, tanto meglio se inizia in tenera età. Non solo migliora il vocabolario e la capacità di concentrazione, ma ha anche numerosi benefici per la salute mentale, come la riduzione dello stress e il miglioramento della memoria. In questo articolo, guarderemo da vicino i benefici della lettura e ci azzarderemo a dare qualche consiglio su quali libri leggere almeno una volta nella vita.

Perché leggere i libri secondo il DORS

Secondo il Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute della Regione Piemonte (fonte: DORS)

«La lettura è un’attività potenzialmente molto ricca di benefìci, a breve e a lungo termine, per la salute psicologica e la salute in generale. Leggere fa bene. Migliora le competenze linguistiche, logiche e di comprensione del testo. Aumenta la conoscenza del mondo ma anche la conoscenza di sé e degli altri, mantiene attive le funzioni cognitive di memoria, attenzione e concentrazione, ragionamento e capacità critica. I libri insegnano a comprendere il mondo, ad approfondire, a riflettere, a pensare. Propongono la calma e la temperanza. Le storie permettono di accedere alla sfera dei sentimenti e delle emozioni dei protagonisti e in questo modo aumentano l’alfabetizzazione emotiva. Il vocabolario emotivo diventa più ampio e ciò migliora la definizione, l’espressione e la comprensione delle emozioni proprie e altrui. (…) Inoltre, la pagina sollecita la mente a immaginare, illustrare protagonisti, luoghi, vicende, storie attivando una creatività personale. A differenza delle fiction della televisione e del cinema, i libri lasciano ai lettori la libertà di costruire le proprie immagini, con gradualità e con i propri tempi. (…) Per questo motivo la lettura riduce le tensioni e lo stress».

Secondo uno studio sull’impatto della lettura ricreativa o a scopo di sviluppo personale (empowerment)* che ha indagato gli outcome (gli esiti) della lettura di testi a scopo ricreativo o per migliorarsi, sono emersi diversi outcome, suddivisi in tre aree (*per lettura ricreativa si intende una lettura non a scopo di apprendimento; per lettura di sviluppo personale (empowerment) si intende una lettura indirizzata alla crescita personale e alla conoscenza di sé, ad esempio libri di auto-aiuto o manuali pratici):

Outcome personali:

  • Intelligenza emotiva
  • Rilassamento
  • Conoscenza di sé e identità personale
  • Creatività e immaginazione
  • Piacere e divertimento
  • Evasione
  • Attenzione e concentrazione
  • Riduzione dei sintomi della demenza e ritardo dell’insorgenza
  • Riduzione della sintomatologia depressiva

Outcome relazionali:

  • Espressione del Sé
  • Abilità comunicative
  • Empatia
  • Capacità genitoriali e comunicazione genitori e figli

Outcome socio-culturali

  • Capitale culturale e sociale
  • Motivazione ad apprendere
  • Conoscenza dei servizi
  • Conoscenza di altre cutura
  • Migliori risultati scolastici compresa aritmetica e matematica

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Scarica lo studio The impact of reading for pleasure and empowerment di The Reading Agency e BOP Consulting

13 Ragioni sul perché leggere i libri: i suggerimenti dell’Intelligenza Artificiale

Continuiamo la nostra indagine volta a stabilire perché leggere i libri. Poiché si tratta di una domanda che a mio viso introduce a una certa complessità, ho fatto quello che tutti recentemente sembrano prediligere: ho interrogato ChatGPT, l’algoritmo di Intelligenza Artificiale di OpenAi.

Le ho fatto questa richiesta: «Poniamo che io ti chieda perché è importante leggere e ti chiedessi anche di distinguere tra la lettura di libri di saggistica e libri di narrativa. Perché è importante leggere la saggistica? E perché è importante leggere la narrativa? Le ragioni generali (come miglioramento della memoria, rinforzo della concentrazione e della creatività, l’acquisizione del lessico, le conoscenza di argomenti e di culture diverse, nonché l’apertura mentale) le do per scontate. Dimmi secondo te perché è importante leggere la narrativa». ChatGPT ha rimuginato un bel po’, infine, come un oracolo ha vaticinato il suo responso.

Risposta di ChatGPT sul perché leggere i libri

La lettura della narrativa è importante per molte ragioni, alcune delle quali possono essere:

(1) Ampliamento della comprensione emotiva: la narrativa offre una finestra sulle emozioni umane e su come le persone le affrontano. La lettura di romanzi, racconti e poesie può aiutare il lettore a comprendere e sviluppare la propria empatia, la propria sensibilità e ad aumentare la propria capacità di comprendere le emozioni degli altri.

(2) Espansione della creatività: la narrativa offre una vasta gamma di stili di scrittura, linguaggi e prospettive che possono ispirare la creatività del lettore e sviluppare la sua immaginazione. Leggere la narrativa può aiutare a sviluppare il proprio stile di scrittura, arricchendo il proprio vocabolario e la propria padronanza della lingua.

(3) Apprendimento di nuove prospettive: la narrativa offre la possibilità di esplorare nuovi mondi, culture, periodi storici e sfumature di significato. La lettura di romanzi, racconti e poesie può aiutare il lettore a sviluppare la propria comprensione del mondo che lo circonda e ad acquisire una visione più ampia delle cose.

(4) Stimolazione della riflessione: la narrativa può aiutare il lettore a sviluppare il proprio pensiero critico e ad analizzare le situazioni dalla prospettiva dei personaggi. In questo modo, la lettura può aiutare il lettore a sviluppare la propria capacità di problem solving e di analisi dei problemi.

Inoltre, la lettura di libri di saggistica può offrire molti benefici, tra cui:

(1) Acquisizione di conoscenza: la lettura di libri di saggistica può aiutare il lettore ad acquisire nuove conoscenze e informazioni su una vasta gamma di argomenti, dallo sviluppo personale alla scienza e alla tecnologia.

(2) Approfondimento degli argomenti: la saggistica può aiutare il lettore a comprendere meglio determinati argomenti e a sviluppare una comprensione più approfondita dei problemi che li riguardano.

(3) Approfondimento della riflessione: la saggistica può aiutare il lettore a riflettere su determinati argomenti e a sviluppare il proprio pensiero critico. In questo modo, la lettura di libri di saggistica può aiutare il lettore a diventare più consapevole e a prendere decisioni più informate.

In sintesi, sia la narrativa che la saggistica possono offrire molti benefici, tra cui l’ampliamento della comprensione emotiva, l’espansione della creatività, l’apprendimento di nuove prospettive e la stimolazione della riflessione. La scelta tra i due generi dipende dai gusti personali e dagli obiettivi di lettura del lettore.

Cercando dunque di riepilogare i benefici della lettura, con lo scopo di rispondere alla domanda perché leggere i libri, potremmo porre alla base i seguenti motivi:

  1. Conoscere meglio se stessi e il mondo
  2. Migliorare il lessico e la conoscenza della lingua (sintassi, grammatica, ecc.). Migliorare la qualità della propria scrittura (varietà, stili, dialoghi, generi, ecc.) e dei discorsi in pubblico
  3. Sviluppare la capacità di concentrazione
  4. Aumentare la capacità di visualizzazione e immaginazione
  5. Ridurre lo stress (trovare conforto, evadere, sognare, ridere, sperare)
  6. Migliorare la memoria
  7. Allenare il ragionamento logico deduttivo e induttivo
  8. Stimolare e potenziare la creatività
  9. Migliorare la capacità di empatia e comprensione degli altri
  10. Migliorare il senso critico e il cambiamento di prospettiva
  11. Migliorare la capacità di problem solving
  12. Sviluppare l’intelligenza emotiva
  13. Apprendere molti ambiti e discipline diverse

Leggere per ridurre stress, depressione e ansia. Uno studio dell’Università del Sussex (UK)

Nonostante la rassicurante risposta di ChatGPT, nonostante le molte pagine di blog e riviste a suffragare questi effetti positivi della lettura, è sempre utile trovare un fondamento scientifico alle teorie. Secondo uno studio condotto dall’Università del Sussex (UK), leggere un libro o un giornale è il modo migliore per combattere ansia e stress, un rimedio che funziona meglio e più velocemente di ascoltare musica, andare a fare una passeggiata o sedersi per sorseggiare con calma una tazza di te. Leggere in silenzio per soli sei minuti abbassa i livelli di stress del 68%, superando in questo altre attività, come passeggiare (42%), sorseggiare un tè (54%) o ascoltare musica (61%).

Evidenze scientifiche sul perché leggere i libri di narrativa fa bene: migliora l’intelligenza emotiva, aumenta le competenze sociali e rafforza il cuore

Più si legge, più il cervello si abituerà a riflettere sulle cose in modo rapido ed efficiente. Ricorderà meglio contenuti e forme del discorso. È stato dimostrato che la lettura crea nuovi percorsi neurali che possono aiutare a collegare in nuovi modi informazioni differenti e ad aumentare le vie di accesso ai ricordi. Più spesso utilizziamo questi percorsi, più diventano forti e più facili da riutilizzare in seguito.

La lettura è un’attività che stimola la mente, e può essere utile per rafforzare le capacità creative. La letteratura, da canto suo, consente di ricordare e sperimentare molti tipi diversi di storie, situazioni e sentimenti, così come i vari modi in cui essi possono essere descritti dalla gente che scrive libri. Questo potrebbe suggerire nuove idee da portare nella propria vita quotidiana o nel lavoro.

La lettura può aiutarti a capire meglio gli altri, ad essere più empatico nei loro confronti e ad avere una visione più ampia del mondo. Ci sono anche prove scientifiche che dimostrano questo beneficio: secondo uno studio del 2018, le persone che leggono libri hanno una maggiore consapevolezza sociale rispetto agli altri; nel 2016, un’altra ricerca ha mostrato che leggere romanzi rende più intelligenti; infine, nel 2019 è stato scoperto che leggere fa bene al cuore.

  • Lo studio del 2018 sulla Teoria della Mente è una ricerca condotta da David Comer Kidd e Emanuele Castano e pubblicata sulla rivista scientifica “Science” nel 2018. Lo studio si intitola può essere trovato al seguente link: Reading Literary Fiction Improves Theory of Mind
  • La ricerca del 2016 sull’aumento dell’intelligenza, è lo studio a cui abbiamo fatto riferimento prima, condotto da David Lewis e pubblicato sul sito “The Reading Agency”. Lo studio si intitola “The Impact of Reading for Pleasure and Empowerment” e può essere scaricato anche cliccando qui.
  • La scoperta del 2019 riguardo ai benefici della lettura per la salute del cuore, è uno studio condotto da Avni Bavishi, Martin Slade e Becca R. Levy e pubblicato sulla rivista “Social Science & Medicine”. Lo studio si intitola A Chapter a Day: Association of Book Reading With Longevity.
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Scarica lo studio Exploring the link between reading and empaty di Raymond A. Mar, Keith Oatley e Jordan B. Peterson

Perché leggere i libri. Altri studi che confermano ottime ragioni per leggere narrativa.

Se le ricerche scientifiche testé descritte non fossero una risposta convincente sul perché leggere i libri, uno studio del 2013 dell’Università Emory ha dimostrato che la lettura di un romanzo può migliorare la connettività neurale del cervello e aumentare l’empatia. I partecipanti allo studio sono stati sottoposti a risonanza magnetica funzionale e hanno mostrato un aumento dell’attività cerebrale nelle aree associate all’immaginazione e all’empatia. Vi sono evidenze scientifiche, inoltre, sul fatto che la lettura in giovane età migliori la costruzione dell’identità personale, renda più consapevoli e capaci di analizzare il proprio percorso.

  • Lo studio sulla consapevolezza sociale è di Mar, R.A., Oatley, K., Hirsh, J., dela Paz, J., & Peterson, J.B. (2006). Bookworms versus nerds: Exposure to fiction versus non-fiction, divergent associations with social ability, and the simulation of fictional social worlds. Journal of Research in Personality, 40(5), 694-712. Disponibile sul Journal of Research in Personality.
  • Vi è poi lo studio di Vivian Howard, dell’University of Dalhouise, The Importance of Pleasure Reading: Self-identification, self-construction and self-awareness
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Scarica lo studio The Importance of Pleasure Reading: Self-identification, self-construction and self-awareness di Vivian Howard

Leggere per esprimersi

Leggere un buon libro è una delle cose più importanti che si possono fare non solo per ampliare il proprio lessico, ma anche per affinare la qualità della propria prosa, sia che si tratti di una relazione, sia che si tratti di una lettera o di una sferzante invettiva, è utile padroneggiare frasi idiomatiche, proverbi, forestierismi e bon mot, tecnicismi o modi di dire che sono entrati nel linguaggio comune. Aprendo I Buddenbrook di Thomas Mann, ad esempio, si potrà apprendere che i pince-nez sono occhiali privi di montatura e che una redingote è un cappotto da uomo abbastanza aderente che scende fino alle ginocchia con spacco singolo. Quando si parla di “esprimersi”, nondimeno, ci si riferisce alla capacità di attingere a saperi e a sfere del sentire intimo che, proprio grazie alla lettura, possono essere più facilmente accessibili. Leggere un libro è, infatti, uno dei modi migliori per imparare a conoscere meglio se stessi e gli altri, trovare alternative alla propria attuale condizione esistenziale.

Perché leggerei libri: altri benefici. Prendere decisioni importanti e far parte di una comunità di lettrici e lettori

Se leggere migliora le qualità cognitive, il pensiero logico-razionale, la memoria e la gestione dello stress, la consapevolezza di sé e di cosa si vuole, nonché la capacità di problem solving, è conseguenza naturale che la lettura sia uno strumento che permette di prendere decisioni in maniera più consapevole, non solo per i giovani ma anche per gli adulti. La lettura può aiutare a comprendere e valutare meglio le situazioni, può offrirci un inventario di casi (qualcuno parlerebbe di case history). Dalla lettura apprendiamo informazioni sugli argomenti più disparati che non vengono proposti – o sono proposti in modo poco approfondito – dai media o non sono trattati dalla scuola (ad esempio l’importanza dell’alimentazione sana, la difficoltà a metabolizzare l’istamina, l’educazione finanziaria, i benefici del calisthenics fitness, ecc.). Infine, come conseguenza ulteriore della migliorata competenza sociale, leggere aiuta a sentirsi parte di una comunità che condivide un percorso di apprendimento e scoperta.

Conclusioni

In conclusione, leggere è un’attività che può portare a molteplici benefici per la nostra vita, per la nostra mente e la nostra salute. La lettura ci fa conoscere più profondamente noi stessi e gli altri (talvolta persino meglio di quanto non sia possibile nella frenesia della vita reale), stimola la creatività e migliora la comunicazione, mantiene giovane il cervello, ne potenzia le facoltà, ha benefici sul cuore e sulle condizioni di benessere psicofisico. Questo perché leggendo si impara a concentrarsi su un tema specifico senza distrazioni esterne di nessun tipo, in silenzio, con tranquillità. Inoltre, leggere ci fa ridere e divertirci; può persino ridurre lo stress e l’ansia.

Si tratterà certamente di preferenze e inclinazioni personali, ma particolarmente indicate, a mio avviso, sono le opere che appartengono alla letteratura umoristica. Commedie, romanzi satirici e umoristici, hanno il pregio di interrogarci sull’apparente, facendoci divertire. Ecco dunque il mio consiglio, cominciate da uno di questi 100 libri divertenti, oppure potreste azzardare scegliendo un’opera tra i libri fantasy per adulti (la mia).

Naturalmente, se non ne siete convinti, se le risposte al quesito perché leggere i libri, vi hanno deluso, vi lascio al provocatorio titolo di Renato Nisticò, scaricatelo e leggete il suo articolo. Ah, si intitola Perché leggere, se leggere fa male?

Mason & Dixon di Thomas Pynchon

Libri divertenti: Thomas Pynchon, Mason & Dixon. Tra i libri da leggere assolutamente

Mason & Dixon | Thomas Pynchon | BUR Rizzoli

Vi sono libri che racchiudono mondi, universi narrativi di una ricchezza impressiva: notizie, eventi storici, amenità, viaggi, elementi peculiari di culture lontane e passate. Così è questo romanzo di Thomas Pynchon, autore istrionico e colto, versatile inventore, ventriloquo che parla innumerevoli linguaggi, in una pluralità di culture.

Per un lettore che non si tiri in dietro, entrare in questo romanzo è come salire sul Pequod di Achab o partire con Umberto Eco verso L’Isola del Giorno Prima o peregrinare con Baltasar e Blimunda, i personaggi che José Saramago ci ha donato con Il Memoriale del Convento.

In questo libro c’è un’intelligenza gentile, piena di ironia e amore per la penetrazione dell’esistenza, che fa scivolare sul fiume narrativo con la mascella pencolante di stupore e curiosità che, per quanto si continui a leggere, rimane inestinguibile. E poi ci sono i viaggi in un epoca – la fine del XVIII secolo – dove astronomia, topografia, tecnologia e scienza sono dominio a metà strada tra la follia visionaria, l’invenzione strampalata e il pionierismo.

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«Dissolution, Noise, and Fear. Below-decks, reduced to nerves, given into the emprise of Forces invisible yet possessing great Wight and Speed, which contend in some Phantom realm they have had the bad luck to blunder into, the Astronomers abide, willing themselves blank yet active. Casualties begin to appear in the Sick Bay, the wound inconceivable, from Oak Slinters and Chain and Shrapnel, and as Blood creeps like Evening to Dominion over all Surfaces, so grows the Ease of giving in to Panic Fear. It takes an effort to act phiosophickal, or even to find ways to be useful (…)».

Thomas Pynchon, Mason & Dixon

Mason & Dixon: libro-universo

Un Maledetto Lavoro di Manuel Righele. Il primo fantasy umoristico della saga di Quelpa

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Di bestia in bestia di Michele Mari

Libri interessanti: Michele Mari, Di bestia in bestia. Libro horror da leggere assolutamente

Di bestia in bestia | Michele Mari | Einaudi

Di bestia in bestia è un’opera d’inestimabile valore. È un romanzo di lingue e linguaggi, un viaggio nelle tappe funestate della vita e degli studi di Mari, un’invenzione nutrita e dotta, un’ambientazione collocata tra la filologia e il mistero. Un horror con i suoi elementi ante litteram, un libro fantastico (nell’alveo della letteratura fantastica, come potrebbe esserlo un romanzo di Calvino o di Borges, non uno dei tanti libri fantasy).⁠

Edito nel 1989, Mari inizia a scriverlo nel 1980, quando ha appena venticinque anni: è erudito, come chi comprende e non si limita a sapere, come chi partecipa e non si limita a subire. ⁠Nel 2013 vi rimette mano, rimaneggiando e suturando «l’oltranza classicheggiante e l’accumulo citativo».⁠

L’opera rimane una summa complessa e difficile da affrontare, un’epopea fatta di connettivi immaginifici tra i gangli di culture innumerabili. L’amore di Mari per le Litterae è immenso, tale l’angoscia e l’attrazione per l’orrore, i mostri e il tema del doppio.⁠

Altrettanto grande è la sua dedizione ai personaggi, alle trame, all’ingranaggio della suspense. Strina il lettore senza bruciarlo, lo incalza con gli eventi senza precipitarlo e sempre gli mostra le meraviglie delle culture ereditate.⁠

Il personaggio di Osmoc è la sublimazione del venticinquenne Mari che «(…) forse aveva sempre saputo, e rovesciava a quel modo il suo male, lo uccideva a colpi di letteratura (…)».⁠

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«(…) forse aveva sempre saputo, e rovesciava a quel modo il suo male, lo uccideva a colpi di letteratura (…)».⁠

Michele Mari, Di bestia in bestia
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Infinite Jest di David Foster Wallace

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Infinite Jest | David Foster Wallace | Einaudi

Infinite Jest rimane un abbagliante raggio di luce e un tentacolare saggio filosofico su quanto i modelli culturali possano essere una collettiva esperienza lisergica.

«Alas, poor Yorick! I knew him, Horatio: a fellow of infinite jest».

William Shakespepare, Amleto

In questo libro David Foster Wallace sembra sublimare la sua esperienza: una specie di catabasi in una società ipertimica che lo ha spinto dalla necessità di emergere all’emergenza di esistere (un termine latino, «existere», che significa anche uscire fuori, distinguersi da).

Wallace scrive con un linguaggio elaborato, lessicalmente ricco; offre punti di vista platealmente originali, di un’intelligenza seducente, di un’indomita alterità. Un libro di spettri (lo spettro del padre di Hal Incandenza, ma il titolo richiama anche una frase che Amleto dice a Orazio su Yorick, il buffone: «Alas, poor Yorick! I knew him, Horatio: a fellow of infinite jest»). La storia è un viaggio nella liturgia onanistica di una civiltà, quella nordamericana, che nel testo diventa appunto la federazione O.N.A.N..

La trama ruota intorno a personaggi indimenticabili e a un misterioso film chiamato «l’Intrattenimento» che porta prima all’assuefazione e poi alla morte.

Il confronto tra l’inadatto Mario e il coach Schtitt di cultura Europea – nietzcheana, ma universalistica – diventa così prezioso. Dice Schtitt: «È tragico e triste e caotico e delizioso. E tutta la vita è così, come cittadini dello Stato umano: i limiti che ci animano sono dentro di noi, devono essere uccisi e compianti, all’infinito».

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«Ma vado oltre la meccanica. Non sono una macchina. Sento e credo. Ho opinioni. Alcune sono interessanti. Se me lo lasciaste fare, potrei parlare senza smettere mai. Parliamo pure, di qualunque cosa. Credo che l’influenza di Kierkegaard su Camus venga sottovalutata. Credo che Dennis Gabor potrebbe benissimo essere stato l’Anticristo. Credo che Hobbes non sia altro che Rousseau in uno specchio oscuro. Credo, con Hegel, che la trascendenza sia assorbimento. Potrei mettervi sotto il tavolo, signori», dico. «Non sono solo un creātus, non sono stato prodotto, allenato, generato per una sola funzione».

David Foster Wallace, Infinite Jest

Infinite Jest: i modelli culturali come allucinazione collettiva?

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Capolavori letterari: Jonathan Franzen, Le Correzioni. Tra i libri da leggere assolutamente

Le correzioni | Jonathan Franzen | Einaudi

Silvia Preschi traduce uno degli incipit migliori di sempre:

«Un fronte freddo autunnale arrivava rabbioso dalla prateria. Qualcosa di orribile stava per accadere, lo si sentiva nell’aria. Il sole era basso nel cielo, una stella minore, un astro morente. Raffiche su raffiche di entropia. Alberi irrequieti, temperature in diminuzione, l’intera religione settentrionale delle cose era giunta al termine».

Signore e signori, ecco a voi Jonathan Franzen.

Con «Le correzioni» ha vinto il National Book Award e il James Tait Black Memorial Prize. In una più sobria rivolta – lontana dal “realismo isterico” e dal riciclo del postmodernismo – ci regala una storia intensa, non moralista, più vicina alle imperdonabili debolezze umane, in una società inconsapevole e frenetica, un’esplosione di cosciente ispirazione.

La gestione encomiabile di scene in contesti reali, con dialoghi rizomatici, sprigiona il commovente piacere per le piccole ossessioni. L’equilibrio lessicale si pone in un’area di confine, che precede la letterarietà del testo, con pochi lemmi precisi a impreziosire la prosa. La scelta dei momenti descritti è ferocemente tenera, le descrizioni hanno la giusta misura di dettagli e poche, perfette metafore.

La famiglia Lambert si riunisce per Natale e da qui inizia la filogenesi. Ogni personaggio è, a suo modo, poco meno di un eroe, poco più di una persona. L’«ansia di correzione» è il leitmotiv della famiglia poiché Enid (la madre) è da sempre un’instancabile manipolatrice, nel tentativo di piegare l’universo alla sua mercé.

Il figlio Chip, è uno scrittore, tra “crème fraiche” all’acetosella e una montagna di seni, docente espulso per comportamento licenzioso. Denise, la sorella, chef di successo, deve redimersi da un divorzio conseguenza della sua omosessualità. Gary è un uomo d’affari nevrotico.

L’intelligenza di Franzen è vertiginosa e lucida e, come accade in questi casi, la realtà che si specchia in essa, si può ammirare in tutta la sua deformità.

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«Sto dicendo che l’intera struttura culturale è allo sbando, – disse Chip. – Sto dicendo che la burocrazia si è arrogata il diritto di definire certi stati mentali come «malati». Lo scarso desiderio di spendere denaro diventa il sintomo di una malattia che richiede cure costose».

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A damn job #3 (comic fantasy)

Meanwhile, in the dark library of an ancient house.

“Have you found it?” asked a sinister shadow moving as if it was looking for its hands, all wrapped in a wide overcoat.
Another shadow as grim as the previous one, but higher than average, stopped the lashing with which it had cut the dark and smoky air up to then.
“I believe this is the one, sir” it said.
There was a black dart, a quiet rustling, then a deaf plonk could be heard.
“Ouch!”.
“That’s my nose!”.
“Forgive me, sir… Here I am”.
An oil lamp started to shed a dim light.
“Well done” the rough shadow, that was turning into a small hooded man, stifled a shout of joy. “Now we must look for what we’ve come here for”.
“And what would it be, sir?”.
“I’ll know it when I’ve found it”.
“Er… sure, sir. I see. I’ll… Hum… start to look for it, then”.
“Yes, certainly”.

The oil lamp swung and seemed to fall, but it was only the impression it gave passing from the hand of the person who had lit it to the hand of the other hooded figure, that was lower and that was now holding it above its head.
“While I take care of the library, go and check the bathroom” the small figure ordered trembling with excitement.
“The bathroom, sir?”.
“Think! Where would you hide an invaluable object?”.
“I… an invaluable object? I don’t think I’ve ever owned one, sir. You know, with what you earn doing this job”.

From underneath a grey hood, an upset shadow stared at a shadow biting its tongue underneath another grey hood.
“Let’s suppose you owned one”.
“Well, in that case I believe I would keep it in a safe box. In a safe box well guarded in the Bank of Quelpa”.
“Oh! But what if you couldn’t address to a bank?”.
“Why not, sir?”.
“I…”. The little hooded man smoothed his face with one hand. “Let’s say because it’s a matter on which you must observe strict silence. Everything should remain obscure, nothing should transpire”.
“Then I can’t see where the problem is, sir”, the towering tweed mass shrugged its shoulders. “When it comes to transparency, the bank is the chastest institution, sir”.
“Let’s leave the banks alone! You have this invaluable object and you must hide it in a safe place where nobody can find it, where would you hide it?”.
“And should I keep it at home?”.
“Sure”.
“No bank?”.
“No”.

A thoughtful hood stared at the other hood that was now exasperatedly waiting several inches lower.
“Well, in that case in the toilet flush, sir. I’d hide it in the bathroom in the toilet flush… Oh… Sure, the bathroom. I’ll run there, sir”.

The huge hooded figure rustled away and became a sinister shadow again, while the other one, smaller and quick-tempered, stayed in the library, wrapped in silence and in that cloak two sizes bigger than it. Looking around, it rolled up its sleeves, then it went close to a shelf.
It examined the titles imprinted on the spines of some books and felt pervaded by a timeless nobility, eager to feed on the source of knowledge, because the soul of every book-lover and also the soul of the ones who read just a few lines before falling asleep and that of the ones who don’t take the trouble to do the shopping list either like, by sheer chance, our hooded being, is inclined to feel part of that vast humanity that has searched the deep sea of knowledge.

“It isn’t us who choose a book” it sighed rapt with a thrill. It stretched out its hesitating fingers trying to brush the precious tomes that were lined up on the shelf above. “No, it isn’t us. It’s the book that chooses uu… uuu…”. The heaviest one had found it.

Gli inquilini di Bernard Malamud

Libri divertenti: Bernard Malamud, Gli inquilini

Gli inquilini | Bernard Malamud | Minimumfax

Malamud inizia dalla fine: dalla fine di un libro che lo scrittore Harry Lesser è incapace di finire, come se fosse «una forma di ripulsa escatologica».

Inizia con una scrittura priva di prospettiva, è immaginazione di immaginazione, come una creazione ricorsiva di Escher, due mani che vicendevolmente si vergano.

La voce narrante è mobile, una commistione tra quella del personaggio scrittore (Lesser) e quella dello scrittore Malamud; il tempo verbale è il presente dell’indicativo, che mescola pensieri indiretti di Lesser, osservazioni di Malamud, descrizioni, dialoghi tra i due, dialoghi con se stessi. Poi, a riga 35, il narratore assume una forma onnisciente, il tempo diventa un passato remoto e si inizia di nuovo, anche se Malamud continua a sbirciare dal presente.

«Gli inquilini» è un metatesto edificato sui contrasti, sulle distorsioni e i campi di forza che convogliano, nella letteratura, verità e società. La storia è semplice: lo scrittore Lesser è l’ultimo inquilino rimasto in un palazzo che il proprietario, il signor Levenspiel, vuole demolire e riedificare. L’arrivo di un inquilino abusivo, Willie, un altro scrittore, scatena delle tensioni, la prima di tipo raziale (Ebreo Lesser, Afroamericano Willie), la seconda di tipo generazionale (Lesser è il passato, Willie è il futuro). La seconda ne genera una terza quando entra in scena Irene. Dopodiché c’è un colpo di scena.

Valutazione

TRAMA

PERSONAGGI

DALOGHI

TEMA MORALE

LINGUA E STILE

FACILITÀ DI LETTURA

COINVOLGIMENTO

«Ci lavoro da quasi un anno e ancora non funziona. C’è qualcosa di essenziale che manca e ci vuol tempo per trovarlo. Ma mi ci sto avvicinando – me lo sento nelle vene. Sto avanzando dentro un mistero verso la sua rivelazione. Voglio dire che qualunque sia la cosa che mi sta preoccupando è sull’orlo della coscienza».

Un impasto da masticare per gli appassionati di Teoria della letteratura, una lettura meno digeribile per chi cerca una storia newyorkese. Come sostiene Aleksandar Hemon nella prefazione, il romanzo ha una profonda struttura dialogica, ed è un dialogo inconciliabile «(…) in definitiva violento tra (…) l’esistenza e la non-esistenza, tra Malamud e Malamud».

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Chiedi alla polvere di John Fante

Libri divertenti: John Fante, Chiedi alla polvere

Chiedi alla polvere | John Fante | Einaudi

«Chiedi alla polvere» di John Fante è un romanzo rimasto pressoché nell’oblio fino al 1980, quando Bukowski e Robert Towne lo riportarono alla ribalta.

Tutto accade in una tensione rapida, in un reticolo di emozioni e pensieri che travolgono il lettore e lo gettano nella mischia.

La scrittura è come una scalfittura sulle pareti dell’intimità, pronta a sconfessare se stessa per il solo gusto di farlo; ha il tono dell’umiltà anche quando è esuberante, quando sceglie di dare rilievo agli invisibili, ai loro drammi, amandoli violentemente, senza rigurgiti moralistici o vanità intellettuali.

Che cos’è dunque «Chiedi alla polvere»?

  • È la storia tragicomica di un aspirante scrittore (Arturo Bandini), che vive in modo scriteriato, narciso, in cerca di idee, a Los Angeles.
  • È una relazione di reciproco sadismo tra lo scrittore e una giovane cameriera messicana (Camilla Lopez).
  • È la paura del femminino nella cattolicissima colpa del desiderio, che adultera il rapporto tra sessualità ed emotività.
  • È il rapporto sentimentale con un Dio da monte dei pegni, lascito della madre.
  • È l’amore per tutti gli esseri senzienti (anche per Pedro il topo).
  • È il rapporto tra godimento del creato e la fatica del creare.
  • È il dialogo interiore di Arturo Bandini che parla di sé in terza persona, personaggio della sua vita, indocile e teneramente illuso.
  • Sono le esperienze e i sogni ad occhi aperti, che si contaminano e immancabilmente divergono.
  • È la compagnia e il confronto impietoso con le tracce biografiche dei grandi autori come Joyce o Faulkner.
  • Sono le lettere all’editore Hackmuth (quello che nella vita reale fu H. L. Menken) e l’implicito riferimento al limbo del dipendere dal giudizio altrui.
  • Sono le arance, l’unico sostentamento che gli riempie lo stomaco svuotandogli il cuore, e la scrittura che si fa ossessione e prigione.
  • È la sabbia del deserto del Mojave.
  • È la testimonianza della polvere, la polvere del retaggio, la polvere del viaggio, quello dei vecchi pensionati trasferitisi a Los Angeles per morirci, perché «pulvis es et in pulverem reverteris».

Valutazione

TRAMA

PERSONAGGI

DALOGHI

TEMA MORALE

LINGUA E STILE

FACILITÀ DI LETTURA

COINVOLGIMENTO

«A quelli che sono rimasti a casa potrete sempre mentire, tanto non amano la verità, non vogliono conoscerla, preferiscono credere che, prima o poi, anch’essi vi raggiungeranno in paradiso».

Nell’introduzione Baricco decostruisce su tre piani il racconto di Fante, l’unità del personaggio si muove su tre linee, secondo lui: l’uomo cattolico, l’innamorato, e lo scrittore e le

tre storie hanno esiti diversi. Non c’è modo più rapido di questo, per uscire dal senso del testo, ma lasciarsi sedurre dalle interpretazioni fa parte del piacere della letteratura.

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